domenica 29 marzo 2009

Giovani Socialisti Milanesi per Universal Erasmus

Nei ventisette Stati membri dell'Unione Europea vivono 90 milioni di giovani compresi tra i 16 e i 29 anni. Eppure l'Europa investe solo in minima parte su questo capitale umano. Sono solamente 300.000 i giovani che riescono a partecipare ai programmi di mobilità e scambio finanziati dalla UE.” Il problema è prima di tutto economico: i soldi destinati ogni mese al mantenimento dei ragazzi presso sedi universitarie estere sono insufficienti. Ovviamente, come sempre, sono le famiglie degli studenti a dover supplire alle carenze dei servizi pubblici per permettere ai propri figli di usufruire di un’opportunità così importante come lo studio all’estero. Questo fatto crea una discriminante inaccettabile tra chi può permettersi e chi non può permettersi l’erasmus: questa non vuol’essere una frase fatta da propaganda elettorale, ma una constatazione, un riconoscere un dato di fatto: 150-200 euro mensili non sono sufficienti per sopravvivere in nessuna grande città europea e non tutte le famiglie italiane possono permettersi simili spese. Se vogliamo che l’Erasmus diventi un’opportunità di studio per tutti e non un’occasione di divertimento per pochi ragazzi benestanti è necessario finanziarlo maggiormente e, in base al reddito delle singole famiglie, aumentare, fino a coprire totalmente in certi casi, la copertura finanziaria delle spese da parte della UE.

Noi ragazzi della FGS milanese abbiamo deciso di dare pieno appoggio a questo bellissimo progetto lanciato in sede europea da Ecosy e rilanciato in Italia da molti compagni, primo fra tutti il compagno Marco Alberio. Convinti dell’importanza di questa iniziativa abbiamo organizzato dei banchetti davanti all’Università Statale di Milano il 25 e il 26 di marzo. Abbiamo raccolto (per ora) circa 150 adesioni e abbiamo visto un buon interesse da parte degli altri ragazzi che riconoscevano la giusta direzione di questa proposta e la giusta direzione dell’impegno politico “per strada” in contrasto a quello puramente da talk show e da dibattito che ha oramai ingessato la sinistra parlamentare attuale.

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