mercoledì 22 aprile 2009

TESTAMENTO BIOLOGICO

Consulta di Bioetica - Sezione di Verona
COMUNICATO STAMPA
TESTAMENTO BIOLOGICO O TESTAMENTO IDEOLOGICO?
Verona, 2 aprile 2009


Il 26 marzo il Senato ha approvato il disegno di legge Calabrò sul testamento biologico. La legge è stata blindata dalla maggioranza, che non ha accolto nessun emendamento proposto dall’opposizione, svuotando di qualsiasi significato l’attività del Parlamento. Il testo trasmesso ora alla Camera dei Deputati presenta norme ancora più rigide di quelle già in precedenza contestate.Una legge antidemocratica e incostituzionale.
La legge Calabrò è antidemocratica perchè vìola le libertà dei cittadini. Infatti prevede che idratazione e nutrizione artificiali (sondino naso-gastrico) siano obbligatorie sempre e per tutti i pazienti, coscienti e incoscienti. Nonostante l’intera comunità scientifica internazionale e italiana ritenga il sondino naso-gastrico una terapia medica, un atto sanitario, così non è per questa legge, che lo indica genericamente come forma di sostegno vitale, e come tale il medico non lo può negare a nessuno. Inoltre il DDL prevede che non possano essere interrotte le terapie già intraprese, quando questa interruzione può causare la morte. Dal DDL approvato sono scomparsi anche molti riferimenti alla figura del fiduciario, ridotto nel suo ruolo teso a far rispettare le volontà del paziente.
Questa legge non tutela la libertà di cura, ma obbliga alla salute, obbliga a vivere indefinitamente, anche senza alcuna speranza di ripresa.
E’ chiaro a tanti giuristi come questa sia una legge incostituzionale, dal momento che contrasta con l’art. 13, che sancisce l’inviolabilità della libertà personale, e l’art. 32, che garantisce il consenso informato (previsto anche dall’art. 34 del Codice di Deontologia Medica), ovvero la tutela del diritto di acconsentire e di rifiutare gli interventi chirurgici, i farmaci, ecc., anche quelli salvavita, cioè quelli senza i quali può sopraggiungere la morte.
Una legge contro il testamento biologico
Questa legge è antistorica perché ci allontana ancora una volta dall’Europa, dal biodiritto comunitario e internazionale che sancisce il diritto all’autodeterminazione del paziente come prioritario rispetto al dovere del medico di curarlo. Nei paesi dell’Unione le leggi sul testamento biologico ci sono già da tempo (Belgio, Olanda, Francia, Spagna, Germania, Inghilterra), e in tutte si ribadisce il diritto del paziente di acconsentire o di rifiutare le cure. Questo è il motivo che ha
portato alcuni di noi a chiedere una legge sul testamento biologico anche in Italia: per non doversi
più appellare al diritto sovranazionale e per dare, una volta per tutte, valore legale alle volontà
anticipate di trattamento, quale atto di responsabilità. Chi avrebbe invece immaginato che l’esito
sarebbe stato esattamente l’opposto? La legge Calabrò non lascia margini di dubbio: il testamento biologico non è vincolante per il medico che ha in cura il paziente. Il medico deciderà se tenerne conto e, in scienza e coscienza, potrà disattenderlo (paternalismo medico).
La legge Calabrò non è una legge sul testamento biologico, è un’anti-legge: un manifesto ideologico che ha come finalità far sì che gli italiani non compilino la propria dichiarazione anticipata di trattamento perché, tanto, potrebbe sarebbe inutile.
Ma allora che senso ha ribadire nel testo della legge il riconoscimento del consenso informato, se poi decide il medico e non il paziente? Che senso ha scrivere che si riconosce e si garantisce la
dignità della persona in via prioritaria rispetto all’interesse della società e alle applicazioni della
tecnologia e della scienza, se poi l’introduzione per via orale o chirurgica del sondino naso-gastrico
e di conseguenza di farmaci, proteine, elettroliti, ecc., non li si può rifiutare? Senza considerare che per alcuni pazienti malati di tumore in stato terminale, l’idratazione comporta un aumento delle sofferenze e può addirittura accelerare la morte. Ma a chi ha scritto e votato questo DDL ciò non è interessato. Nutrire e idratare sempre, anche quando il corpo naturalmente rifiuta. Anche nei pazienti naturalmente incapaci di assorbire. D’altronde l’obiettivo non è certo quello di fare una legge che aiuti le persone.
Stiamo assistendo alla trasformazione dello stato democratico in uno stato etico, che impone per
legge cosa è bene e cosa è male per le nostre anime ed i nostri corpi. Lo stato italiano potrà (dovrà) sequestrare i pazienti per tenerli in vita artificialmente ad oltranza, attraverso l’introduzione forzata del sondino naso-gastrico e il mantenimento di cure e terapie non volute, contro la loro volontà.
Vita indisponibile o disponibile?
La mia vita è indisponibile da me, ordina oggi lo Stato Italiano, nel momento in cui desidero che
la natura faccia il suo corso e mi conduca alla morte (esito, tra l’altro, al quale nessun essere vivente
può sfuggire), ma pare molto ben disponibile da parte della politica, che mi trattiene a forza in
ospedale contro la mia volontà, anche se espressa pubblicamente e convalidata da un notaio. Certo, chi desidera essere tenuto in vita artificialmente va protetto e tutelato. Nessuno vuole “staccare la spina” a nessuno. Ma, allo stesso modo, chi, in coerenza con le sue personali convinzioni, non lo desidera, anch’egli andrebbe protetto e tutelato in uno stato democratico.
In questo nostro paese sempre più illiberale, la speranza è che vecchi e nuovi politici si accorgano che la bioetica non è una materia come tutte le altre. Essa tocca l’intimo di noi, del nostro modo di sentire e vedere la vita, il mondo, la morte. L’auspicio è che comprendano che nessun politico si può sostituire alla coscienza altrui, se davvero è democratico e laico il modello di stato nel quale vogliamo vivere.
Il principio della laicità è l’unico che garantisce il dialogo tra le diverse etiche e la necessaria separazione tra la morale e il diritto. La difesa del pluralismo etico e bioetico è specchio della buona democrazia, dove si tutela la libertà di pensiero e di espressione, si stimola il confronto, si cercano principi comuni sui quali fondare l’agire politico, si sensibilizzano i cittadini ad essere attivi partecipatori dell’arena sociale, si tutelano i diritti fondamentali dell’uomo nella consapevolezza che nessuno, nel castello della vita, ha le chiavi che aprono la porta della verità.


Consulta di Bioetica - Sezione di Verona

I Coordinatori
Sara Patuzzo
Alberto Turco

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